Donne e lavoro

 

La discriminazione, diretta o indiretta, ossia aperta e plateale ovvero subdola perché in apparenza neutra, scoglio che ancora impedisce alle donne di avere realmente “pari opportunità” nel mondo del lavoro, è stata la parola chiave del discorso tenuto ieri sera da Laura Lanzini a OMNIBUS .
Partendo dalla vicenda di Lidia Poët (1855-1949), la prima donna a entrare nell’Ordine degli Avvocati in Italia, dopo un percorso professionale pieno di ostacoli, la relatrice ha illustrato, sulla base di una serie di casi giuridici e delle relative sentenze, come la carriera delle donne sia stata e sia tutt’oggi oggetto di ostruzionismi e sperequazioni, che rendono p. es. loro difficile riuscire a conciliare le aspirazioni lavorative con la maternità. Dopo la promulgazione della Costituzione nel 1947, sempre valida nella sua semplicità e lucidità, un momento di grande rinnovamento in campo legislativo, ha sottolineato Lanzini, sono stati gli anni settanta, periodo in cui, tra l’altro, è stata approvata la legge sull’aborto.
Giunta con i suoi esempi fino all’attualità, la relatrice ha espresso perplessità, condivise anche da alcuni presenti fra il pubblico numeroso e attento, sulla diffusione dello smartworking, paventando che possa diventare per le donne fonte di un regresso sociale, di una nuova forma di “segregazione” domestica.
Apprezzata per la sua concretezza e per la chiarezza dell’esposizione, Laura Lanzini è stata alla fine calorosamente applaudita.

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